Oggi si celebra la Giornata internazionale della donna. Non una festa, come dice qualcuno, ma una ricorrenza. Questo perché l’essere umano, soprattutto quello contemporaneo, a volte è sbadato e ha bisogno di simboli che gli ricordino l’importanza delle cose.
Questa giornata e tante altre, stanno diventando solo appuntamenti in cui la gente è costretta a riflettere su cose che solitamente ignora o sottovaluta.
Negli ultimi anni si è fatto tanto in questo senso, ma purtroppo la cultura patriarcale insita in un certo tipo di persone porta a pensare e sostenere la superiorità degli uomini sulle donne.
Le nuove generazioni, tranne alcune sporadiche eccezioni, hanno superato questi stereotipi, anche nei confronti dell’identità di genere.
La mia speranza, per noi e per le donne del futuro, è che presto non si senta più parlare di disparità salariale o di genere, di quote rosa (come se fossimo qualcosa da tutelare), e non perché non sia giusto e necessario averle, ma perché è fondamentale che le donne vengano valutate per le proprie capacità e competenze e non per il proprio genere.