Tanto tuonò che non piovve, Rosa Chemical

Tante, forse troppe, polemiche inutili per un pezzo che in fondo è tutt’altro che scandaloso.
foto Ansa

Al centro di polemiche, interventi parlamentari, salotti TV e del dissing di Fedez nella puntata di ieri, Rosa Chemical (pseudonimo di Manuel Franco Rocati) rapper piemontese 25enne, ha portato in realtà sul palco dell’Ariston un pezzo non banale e tutt’altro che volgare.

Tra le canzoni più attese della serata di ieri del Festival di Sanremo 2023 c’era sicuramente Made in Italy, il brano portato in gara dal giovane rapper di Grugliasco al debutto sul palco più importante d’Italia.

Il brano è, in realtà, una parodia di alcuni degli stereotipi sulle discriminazioni di genere, che ironizza sull’outfit da ufficio e la sulla libertà sessuale di stare con chi ti pare.

Un passaggio del testo di “Made in Italy” di Rosa Chemical

Il testo alleggerisce (senza essere superficiale) i nuvoloni polemici addensatisi intorno a questo debutto, ma allo stesso tempo trasmettendo un messaggio potente di libertà, fluidità e di ludicità fuori dagli schemi.

Tra citazioni di Vasco Rossi, l’uomo Vitruviano e Celentano, Manuel utilizza queste figure retoriche per dissacrare modelli della cultura pop italiana all’altare della libertà d’espressione sessuale. 

Anche Fedez, nel suo inciso, ha preso le difese del collega smontando una polemica del tutto sterile e strumentale su di un debutto che, in realtà, non ha prodotto lo scalpore e lo scandalo che si era lasciato intendere.

Insomma, un’altra occasione in cui, in fondo

Tanto tuonò che non piovve.

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