27 anni, 45 presenze e 4 gol con la sua nazionale, con cui ha anche partecipato a Euro 2020, nato a Praga, attualmente giocatore dello Sparta Praga, in prestito dal Getafe ed in totale ha giocato 155 partite in Serie A, segnando 17 gol.
Lui è Jakub Jankto ed oggi ha annunciato al mondo di essere omosessuale. L’ex Sampdoria e Udinese, centrocampista di nazionalità ceca, ha affidato ai social il suo coming out: ““Ciao, sono Jakub Jankto. Sono gay e non voglio più nascondermi. Come tutti gli altri, ho i miei punti di forza, i miei punti deboli, una famiglia, i miei amici, un lavoro che svolgo al meglio da anni, con serietà, professionalità e passione. Come tutti gli altri, voglio anche vivere la mia vita in libertà. Senza paure. Senza pregiudizio. Senza violenza. MA con amore. Sono gay e non voglio più nascondermi”, è questo il messaggio che Jakub ha affidato ai suoi social per annunciare la sua omosessualità.
Si, qualcuno dirà “ma che mi frega?” e per certi aspetti ha pure ragione. Perché specificare al mondo la tua “diversità” non fa che accrescere la diversità stessa, penseranno alcuni. Ma non in questo caso. Non nel mondo dello sport: un ambiente coperto ancora da un velo fatto di tabù e pregiudizi.
Non è la prima volta che un calciatore dichiara la sua omosessualità, ma è la prima volta che avviene con un giocatore di tale livello in attività. Questa può davvero essere una svolta nella battaglia per i diritti e l’inclusione nel mondo del calcio.
La storia di Jankto sa di liberazione matura e consapevole di un ragazzo che ha deciso di affrontare le sue paure, gridando al mondo la sua voglia di essere felice per quello che è, senza che ciò debba intaccare la sua professionalità.
Il fatto che a questo suo coming out stiano seguendo tantissime manifestazioni di solidarietà, appoggio ed empatia da parte di importantissime istituzioni come la FIFA, ma anche da parte di tanti ex compagni, calciatori importanti e tifosi, fa ben sperare che anche questo mondo potrebbe essere pronto ad accogliere segnali di questo tipo.
Speriamo che la confessione di Jakub possa diventare anche un esempio, soprattutto per tutti quei giovani costretti a vivere nell’ombra il loro orientamento sessuale, terrorizzati dalle conseguenze che la società potrebbe riservagli.
E ci piace pensare che, da oggi, il calcio sarà più accogliente e meno ottuso, ma soprattutto più rispettoso verso tutti gli esseri umani.