Cosa Resta, Lecce – Atalanta

Sconfitte che càpitano, in sere d’estate da dimenticare senza mai perdere l’equilibrio, necessario, sopra la follia


Una serata che aspettavamo da mesi, che però non è andata esattamente come ci aspettavamo. Vediamo Cosa resta di Lecce – Atalanta



Cose che Capitàno



Sconfitte del genere, càpitano. Che sia inizio, metà o fine stagione, sono passaggi a vuoto fisiologici, anche importanti per maturare e mettere a punto una visione più realistica delle cose.

Se poi, in mezzo alla tempesta, ti trovi senza capitàno, perché Baschirotto è ancora acerbo e nelle ultime tre sessioni ne hai persi 3/3, è anche normale che la squadra perda un po’ di riferimenti.

Ma il tempo cura e matura tutto, e sconfitte così sono cose che Capitàno.




Sere d’estate



Dimenticate, c’è un dondolo, che dondola.
Agosto è ancora caldo, la prima pioggia non scalfisce l’ ardore di un’ estate ancora tutta da finire, così come , di contrappasso, si è in campo per un campionato tutto da iniziare.

E si sa che nelle sere d’estate le cappellete sono all’ ordine del giorno, vuoi per la salsedine ancora addosso, vuoi per quell’ irresistibile leggerezza dell’ essere che la stagione più calda porta con sé.

Ed il Lecce è andato in campo così, in po’ troppo leggero, smanicato, in balia della brezza bergamasca che ha spazzato subito speranze e glorie.


Ma niente di serio, solo sere d’estate




Equilibrio, sopra la follia



È esattamente dove si dovrebbe riportare la dimensione di tutto, all’ interno di un equilibrio che plachi la follia di chi storce il naso davanti alla prima sconfitta stagionale.

Equilibrio è ciò che più manca nell’ analisi dei fatti di questo mondo, dove si passa dall’ esaltazione alla crisi in maniera volubile ed episodica, trascurando il valore del tutto rispetto al particolare.


Una sconfitta non scalfisce un progetto, piuttosto attenziona chi è alla guida che forse c’è qualcosa da riparare, e il mercato aperto serve anche per questo.


A chi tifa non resta che supportare fino in fondo, senza drammi né spasmi.
Perché, anche una sconfitta è un brivido che vola via.

Ma ci vuole equilibrio, sopra la follia.

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