Cosa Resta, Torino – Lecce

1×1 che non fa male a nessuno, tra Angolani ed Angali mantenendo alto, soprattutto, l’Onore e il Rispetto.

L’infinita sosta nazionali ha sospeso l’impeto di un campionato che riparte da Torino, ritrovando un Lecce affidabile, in palla, ma non ancora letale: questo, e qualcos’altro, resta di Torino – Lecce.

1×1

Un po’ come quello di tutti noi al lavoro dalle ferie, anche il rientro del Lecce in campionato non era certo dei più semplici, contro il Torino, vera rivelazione di questo inizio campionato. A conti fatti, però, non è andata affatto male, anzi: 20 tiri in porta, di cui 6 nello specchio della porta, 7 angoli a 2, ma soprattutto il portiere avversario miglior giocatore del match.

Ci sono stati rientri peggiori, ma anche migliori: capitalizzare al massimo la grande prestazione di ieri sarebbe stato magistrale, per morale, punti ed entusiasmo.

La vita però insegna che quanto non si può avere tutto, va benissimo, quantomeno, portare a casa qualcosa: 1 x 1, un punto a testa e buon rientro a tutti.

Angolani ed Angali

Ieri all’Olimpico sono emersi due giganti, fisicamente e non solo.

Un angolano, pescato dalla serie A portoghese, che a Lecce ha portato 193 cm di potenza, attenzione, fisicità e tempra, l’identikit ideale di chi deve lottare fino all’ultimo miglio per strappare un nuovo, storico, traguardo.

Un angale, per dirla alla Corvino, rimasto per anni nascosto nell’ombra del pluri-celebrato fratello ex biancoceleste ma che, di fatto, negli anni poi si è preso porta del Torino, applausi dei tifosi granata e qualche grande prestazione, come quella di ieri.

Due giganti buoni, funzionali ed agguerriti al servizio delle proprie rispettive missioni.

Gaspar e Milinkovic-Savic, Angolani ed Angali.

L’onore e il rispetto

Quella di ieri era una partita fondamentale, tra gli altri, per un giallorosso chiacchierato in settimana quanto in tutta l’estate, soprattutto per qualche parola un po’ ingenua che ha rischiato di compromettere un idillio che dura da tempo.

La partita di ieri era anche quella di Antonino Gallo, terzino fluidificante che illumina la fascia sinistra giallorossa da anni, che arriva dalla sua migliore stagione in giallorosso e che, legittimamente, ambisce alle stelle.

Il punto è che essere sinceri, limpidi e diretti finisce per alimentare fuochi avversi difficilmente placabili, se non dimostrando nel tempo che, in realtà si intendeva dire esattamente il contrario.

E la partita di ieri lo dimostra già, perché Antonino sa cosa vuole questa terra da lui, e sa anche qual è l’unico modo per rimediare ad un’uscita non proprio felice.

Sentirsi un po’ come Gabriel Garko,e dimostrare per questa maglia, Onore e Rispetto.

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