Il vento forte, la pioggia e le mareggiate di questi giorni hanno devastato alcune zone del Salento. A farne le spese più consistenti è stata Porto Cesareo, con gravi danni che secondo una prima stima, si aggirerebbero fra i 5 e i 6 milioni di euro.
E’ quanto emerso nel corso di una riunione tecnica che s’è svolta ieri presso il Municipio della città, alla quale hanno partecipato gli amministratori, la polizia locale, l’ufficio tecnico e i componenti del Coc (Centro operativo comunale).
“La conta è iniziata, ma non è ancora finita”, spiega, infatti, il sindaco, Salvatore Albano, aggiungendo: “Priorità assoluta, la messa in sicurezza di situazioni di pericolo, per cui abbiamo avviato lavori urgenti a nostre spese. Non appena sarà riconosciuto lo stato di calamità naturale, chi ha subito danni potrà presentare richiesta di ristoro su appositi moduli, allegando materiale fotografico del prima e del dopo l’ondata di maltempo, e fatture delle ditte che hanno effettuato i lavori”. Prioritarie sono la messa in sicurezza del territorio, la pulizia delle macerie e dei detriti accumulati.
La domanda che però ci poniamo è una, semplice: perché il Salento conta meno di Venezia?
Il maltempo degli ultimi giorni ha infatti messo in ginocchio anche la città di Venezia, alla quale va tutta la nostra solidarietà, che si è vista “l’acqua alta” arrivare a circa 2 metri. Una situazione catastrofica, che non si vedeva dal 1966 e che, giustamente, ha fatto intervenire subito il Governo italiano, mobilitato sul posto già dalle prime ore dopo il disastro. Il Consiglio dei Ministri ha anche deliberato lo “stato di emergenza”, stanziando 20 mln di euro, sottolineando che saranno solo i primi fondi per gli interventi più urgenti a sostegno del capoluogo lagunare e della popolazione. Tutto lecito e normale, se non per un “piccolo” dettaglio: perché il Cdm ha deliberato lo stato di emergenza per Venezia, stanziando milioni per sostenere la laguna, mentre per il Salento distrutto (Porto Cesareo tra i primi) non viene ancora stanziato un euro?
Il primo interessamento, bisogna dirlo per dovere di cronaca, è avvenuto da Teresa Bellanova, ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e parlamentare di Italia Viva, che ha dichiarato: «Noi ieri sera nel Consiglio dei Ministri abbiamo dichiarato lo stato di calamità per il Veneto e credo che il disastro che sta accadendo a Venezia è sotto gli occhi di tutti ma l’abbiamo potuto fare perché la Regione Veneto aveva già chiesto nella giornata di ieri la dichiarazione dello stato di calamità. Appena arriverà, come abbiamo convenuto nel Consiglio dei Ministri, la richiesta dello stato di calamità di altre regioni, sulla base delle indicazioni che ci saranno date anche dalla Protezione civile, noi provvederemo. Fino a questo momento non è arrivata dichiarazione di stato di calamità da parte di nessun altra regione».
Queste parole del Ministro Bellanova ci danno la speranza che anche per il Salento, così come il Veneto, venga proclamato lo stato di emergenza e stanziati fondi per aiutare l’economia locale a ripartire.
chissa perchè