A margine della presentazione di Federico Di Francesco il direttore Pantaleo Corvino ha colto l’occasione per fare un punto sul mercato, togliendosi anche qualche sassolino dalla scarpa.
Incalzato da un giornalista sulla questione della cessione di Arturo Calabresi, il Direttore ha chiosato: “A noi tutto ci possono rimproverare tranne la coerenza. Noi abbiamo le idee chiare e abbiamo specificato fin dal primo momento con chi andare avanti e con chi no. Queste scelte sono legate da condizioni personali, condizioni o scelte tattiche. Noi andiamo avanti con determinate condizioni e le esterniamo ai diretti interessati. Al termine del campionato abbiamo fatto un’analisi con l’allenatore e poi abbiamo comunicato chi sarebbe rimasto e chi doveva trovare delle nuove soluzioni, queste sono convinzioni nostre dettate dalle nostre esperienze e da situazioni che tengono conto di tanti fattori. Calbresi e tutti coloro che sono arrivati dopo il mio ritorno, sono stati coperti di critiche, magari di tifosi disfattisti, o che nella vita di professione fanno quelli che non gli va bene nulla e quelli che rosicano ma a questi non mi rivolgo, io parlo ai nostri tifosi, quelli della Curva, a tutti coloro che per 90 minuti incitano sempre la squadra. Questo mi è successo a Milano, Firenze, Bologna e Torino. Io sono tornato a Lecce in uno stadio senza rumore contro il Pordenone e dopo due anni ci sarà rumore, ci saranno 30.000 tifosi. In due anni siamo riusciti a fare rumore e questi successi sono figli del percorso fatto in due anni, in cui sei è fatto un percorso importante. Quando sono arrivato sono stato accusato perché vendevo Petriccione e perché arrivavano sconosciuti. Lo scorso anno abbiamo ricominciato e sono tornate le polemiche per le cessioni di Vigorito, Meccariello e si diceva che rimanevano i raccomandati Gabriel, Lucioni e Coda e si diceva con questi giocatori dove andiamo…. siamo andati in Serie A, vendendo giocatori che oggi sono in C mentre noi siamo in Serie A, dove vogliamo dimostrare che possiamo starci con dei 2000 come Gallo e Gendrey che possono dimostrare, su chi non lo abbiamo fatto è perché la sua storia dice che nella massima Serie A ha avuto difficoltà”.
E ancora – continua: “Non mi devo prendere i favori dei social, io non ho il partito dei social, così come a Firenze dove nella mia seconda esperienza ho fatto 59 punti e 58 in due anni. Nell’ultimo anno a Firenze avevo in attacco, Muriel, Chiesa, Vlahovic e si parlata di Therau…. perché non giocava. Io sono un uomo coerente, noi non possiamo permetterci di prendere giocatori con potenzialità che pensiamo possano essere espresse, oggi ci dobbiamo illudere e rischiare, è facile prendere il nome come si fa alla play station, ma li non ci sono i soldi, qui si, noi oggi siamo gli ultimi di quelli che hanno i soldi. Dobbiamo lavorare di idee affinché questa possa essere una società sana e con i conti in regola e questo lo possiamo fare con le idee. Diamo fiducia ai nostri giovani come Helgason, Hjulmand e Gonzalez, i marcatori volevamo prenderli per tempo, ma non stiamo sotto l’ombrellone in questi giorni, qui è arrivata gente che per noi è all’altezza della Serie A, il nostro attaccante è stato indicato come uno che “nu bale”, nel corso della mia storia mi hanno criticato Lucarelli che non giocava, che mangiava pasticciotti, mi hanno criticato Chevanton, dovetti scappare a Sabaudia per non sentirli, così come le polemiche su Bojinov e Vucinic. Mi rivolgo ai tifosi, loro sanno che stiamo facendo il massimo”.