L’idolo, il “maciste” giallorosso Federico Baschirotto si racconta. In un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport dopo il primo gol in Serie A: “L’ossessione batte il talento. E io il talento cristallino non l’ho mai avuto. Pertanto, la mattina vado tre ore prima al campo. Faccio i miei lavori in palestra, poi esco con Fabrizio Del Rosso, il vice di Marco Baroni, e limo la tecnica. Lui varia gli esercizi così non mi annoio e mi diverto. E ora in questo percorso mi seguono Colombo e Cetin. Voglio migliorarmi ogni giorno”.
IL LECCE – “Mi ha preso il direttore Corvino. Mi ha detto che puntava su di me perché venivo dal basso”.
LA GAVETTA CHE L’HA PORTATO IN A – “Vigor Carpaneto in Serie D? Eccome. Mi è servito. Poi mi sono guadagnato la C a Viterbo. Stavo per firmare ancora in D. Ero svincolato. Mi hanno voluto. Ho fatto bene un anno con Antonio Calabro, poi feci il secondo. Iniziai da centrale a tre. Mi piaceva. 4 gol in B? Tre di testa, uno di piede. Mi vedevo più centrale, Sottil terzino. Il tecnico è stato importante per la crescita. Voleva sempre di più. Ha una grande cultura del lavoro. Ascoli resta un bel ricordo, ho tenuto tanti amici”.
SUGLI ATTACCANTI AFFRONTATI FINO AD ORA – “Chiaro che Lukaku è fortissimo, ma Piatek si muove molto bene, come Satriano. Arnautovic sa fare tutto, Beto e Success sono fisici. In A per mezzo centimetro ti puniscono”.
NON SOLO CALCIO – “Non ho fatto le vacanze per il lavoro di famiglia? Verissimo. Torno da Ascoli a fine campionato a Nogara nel Veronese, saluto papà Graziano e mamma Giuliana. Dopo pochi minuti papà mi dice “guarda, però che i tuoi fratelli (Filippo, Fabio e Francesco, ndr) hanno bisogno. La mattina ero sui campi a metter giù le cannulate, a dar da mangiare al bestiame. Alleviamo suini e bovini. Poi abbiamo frumento, grano, soia, pomodori”.