Si, stiamo per raggiungere un traguardo che abbiamo inseguito tutto l’anno. Il Natale? No, la fine del Mondiale in Qatar, finalmente. Vediamo cosa ci lascia questa fase finale, in attesa di vivere l’ultima settimana.
A Natale, puoi
Sarà il periodo, sarà l’ispirazione che viene dalla famosa pubblicità, sarà quella convinzione che alla fine dell’anno abbiamo la possibilità di realizzare in extremis i sogni non realizzati durante tutto il resto dello stesso, ma in questo Mondiale stanno succedendo cose che raramente si erano viste in precedenza. In questa settimana, in particolare, sono cadute due delle più quotate pretendenti alla vittoria finale. Dopo il forfait della Spagna agli ottavi, infatti, sono cadute anche Portogallo e Brasile. I Portoghesi, peraltro, per la stessa mano che aveva già battuto i cugini spagnoli, quella dell’indomito Marocco. Una squadra tignosa, aggressiva, ma con colpi di qualità che hanno saputo affondare al momento giusto le corazzate che avevano di fronte. Il Brasile, poi, chiude tra le lacrime di un inconsolabile Neymar un’avventura che dopo la roboante vittoria contro la Corea sembrava indirizzata al meglio. Non erano d’accordo i palleggiatori della Croazia, che con voglia e un po’ di sano c*lo hanno portato via lo scalpo di una delle corazzate più attrezzate. Il Davide contro Golia, cose che solo a Natale, puoi.
GOAT Super Saiyan
Ieri è suonata l’ora finale sulla sfida calcistica più appassionante che il ventunesimo secolo ci abbia regalato. Quella tra gli Dei del Calcio, quei due che hanno fatto incetta di record, di riconoscimenti e di emozioni in questa prima parte di secolo. La sfida per definire il GOAT (“greatest of all times”) tra Lionel Messi e Cristiano Ronaldo. 7 palloni d’oro per l’argentino, 5 per il portoghese, simboli non ancora sufficienti a definire la grandezza di ciò che i due hanno combinato per questo sport. La consacrazione, il sogno ultimo di ogni tifoso, era vederli di fronte, per l’ultima volta, nella finale dei Mondiali in Qatar. Sul campo, come ai tempi della Spagna, per definire, una volta per tutte, quale tra loro fosse il GOAT Super Saiyan. Il destino non l’ha voluto, Cristiano è uscito, tra lacrime e rimpianti, da un mondiale che non l’ha visto quasi mai protagonista, contrastato com’era dal rumore del nemico che non vede l’ora di piangere la fine dell’anziano elefante. Un po’ l’allenatore, un po’ la sua smania di voler essere quello che probabilmente non è più, gli hanno impedito di fare ciò che Messi sta facendo per la sua Argentina. Ed impedirgli, forse per sempre, di salire quell’ultimo gradino e diventare, definitivamente, il GOAT Super Saiyan.
Padre Marocco
Play on words valido solo per gente nata dagli anni Novanta in poi. Gente che per Natale, più che i saldi, aspettava le offerte del Piccol di Maccio Capatonda. Ora, miei coetanei, guardate un po’ la foto dell’allenatore del Marocco Walid Regragui portato in festa dai suoi. Lassù in cielo, preso per un eroe ( e non per un cogli*ne, cit), sembra di vedere proprio lui, Padre Maronno, l’uomo che vedeva le santità ovunque. Ecco lui, Walid, avrà visto le santità ed i talenti laddove nessuno li aveva mai visti, in quell’Ounahi comprimario all’Angers in Francia e rivelazione del mondiale, nel suo compagno di squadra Boufal che ha deciso di iniziare a giocare a calcio seriamente a 29 anni, in quello Ziyech sempre tanto vicino al Milan ma ora più prossimo alla finale mondiale. Una squadra di ragazzi che si è caricata sulle spalle la passione di un popolo, guidata da un Padre Maronno che sa sempre a quale santo rivolgersi. È il momento di provarci, dai. Anche perché, altrimenti “E se poi te ne penti?”