Antonio Castrignanò presenta il nuovo album: «La pizzica del futuro la immagino come una musica globale»

Dal tramonto una festa-concerto per la presentazione del nuovo album “Babilonia”

Dopo gli anni segnati dalla pandemia e dal fermo del settore della cultura, dell’arte e dello spettacolo, il polistrumentista Antonio Castrignanò torna nella scena musicale popolare salentina con un nuovo album interessante e ben curato nel dettaglio dal sound, alle collaborazioni artistiche e ai testi che trattano tematiche delicate come gli immigrati sulle coste salentine, l’accenno alla Xylella e allo sradicamento degli ulivi salentini, le radici profonde dell’ artista, l’amore per la propria terra e per la propria donna, non manca lo sguardo rivolto all’Oriente, che da sempre è la vocazione del Salento, il ponte culturale tra l’Occidente e il mondo orientale, la Storia della terra salentina è caratterizzata dall’ accoglienza e dall’integrazione tra i popoli.

Antonio Castrignanò

Castrignanò è conosciuto al grande pubblico per essere il fomentatore delle piazze del Salento con il suo motto “Ci balla la pizzica nu more mai”: un artista divenuto oramai internazionale, affermandosi sempre più nella World Music Europea, che porta la sua pizzica dalle piazze salentine ai palchi prestigiosi, ritornando nella sua terra con la consapevolezza di appartenere a quel pezzo di terra, del Sud Italia che si vuole riscattare attraverso la propria cultura e Antonio lo fa con umiltà, suonando con i cantori storici del suo paese natale, Calimera, il cuore della grecìa salentina.

Come mai hai scelta questa bellissima location per questo evento unico?

“Non è un porto casuale e un posto di confine Babilonia guarda al di là dei confini salentini, guarda alla bellezza e alla grandezza di ciò che esiste al di là del mare, l’incontro di generazioni, l’incontro di culture, l’incontro di musiche che genera bellezza”

Dopo gli anni difficili del Covid sei tornato con un nuovo album innovativo. Come hai vissuto questi anni difficili di pandemia lontano dai riflettori e dal contatto con il tuo pubblico?

“In realtà è stato un momento difficile un po’ per tutta l’umanità, ognuno di noi si è rinchiuso nelle proprie case e un po’ si è rinchiuso in se stesso tutto ciò che prima era scontento è normale è cominciato a vacillare. Personalmente ho accusato il colpo perché abituato a vivere tra l’arte e l’energia del pubblico, il vuoto emotivo si è presentato duramente proprio quando mi preparavo ad un’ altra stagione ricca di musica

Quando nasce il progetto del nuovo lavoro discografico “Babilonia” e a chi è ispirato?

“In realtà mi sono dato una regola che era quella di non ispirarmi a nessuno di essere veramente libero, di fare, di creare, di scrivere, di immaginare qualsiasi cosa che avesse un contatto con altre persone, con altre generazioni, altri linguaggi sonori quindi una voglia di attrarre, una voglia di contatto che finalmente è arrivato il giorno per condividere in piazza

“Babilonia” è un progetto arricchito da nuovi linguaggi e da nuovi suoni del mondo che non dimentica la tradizione. Da sempre si nota nei tuoi lavori l’esperienza e la gavetta che hai fatto con i maestri storici come Cici Cafaro. Al riguardo, c’ è un aneddoto che ci vorresti raccontare di Cici?

Tra l’altro oggi è il suo compleanno, avrebbe dovuto compiere 99 anni, cade a pennello questa festa che la dedichiamo anche a lui perché sicuramente se fosse qui avrebbe scalpitato che vorrebbe salire sul palco, quindi me lo immagino ancora così che mi aspetta per stornellare insieme ad un certo punto della serata, in realtà un peso questa sera glielo dedicheremo, lui era una persona straordinaria è stato molto importante per me e per il Salento in generale, tutti gli studiosi sono passati dalla sua casa e dal suo sapere perché lui aveva un sapere contadino

Nell’ album hai collaborato con diversi artisti nazionali ed internazionali definendo così una linea ben precisa sullo sviluppo della pizzica. Come ti immagini la pizzica del futuro?

“Per me la pizzica del futuro che ormai è lontana dal rituale, la immagino come una musica globale, una musica del mondo, un ritmo del mondo che viene da lontano, che viene dalle viscere della terra e che ha un’energia pazzesca e sa fare e innamorare e attrarre tante anime e generazioni per curarsi ancora con la bellezza della musica e con la bellezza che stare insieme può dare

Antonio Castrignanò presenta live il nuovo album

Il brano “Nina” insieme a Don Rico estratto dal nuovo disco Babilonia cosa racconta e come nasce l’idea di questa collaborazione?

Intanto ringrazio pubblicamente Don Rico che conosco da trent’anni con i Sud Sound System. Questo è un album dedicato al linguaggio al dialetto e all’importanza di utilizzare il dialetto anche nelle nuove generazioni loro hanno fatto tanto in questa direzione quindi Don Rico e Sud Sound System dovevano esserci per forza in questo lavoro”

Un brano del tuo album da dedicare alla tua terra, al tuo pubblico e alla rinascita dell’umanità qual’è?

“L’intero album. Sono dieci brani che racchiudono tutta la passione e la devozione per la mia terra, la mia musica e la mia gente. C’è il ritmo vitale per rinascere, c’è la forza per continuare a combattere le ingiustizie sociali, c’è la poesia per innamorarsi ancora”.

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