Le famiglie pugliesi spenderanno nel 2022 solo per la pasta quasi 49 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente a causa dei rincari record scatenati dalla guerra in Ucraina: è quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat che fotografa gli effetti dell’aumento dei prezzi del prodotto alimentare più presente sulle tavole degli italiani.
Un conto che – sottolinea la Coldiretti Puglia – grava soprattutto sulle famiglie più povere dove la pasta ha una incidenza più elevata sulla spesa quotidiana. A Bari un chilo di pasta di semola può costare fino a 2,5 euro, con un aumento del 54% del prezzo anche sui prezzi minimi, secondo le elaborazioni di Coldiretti Puglia su dati dell’Osservatorio prezzi del Ministero dello Sviluppo economico.
A specchio, è raddoppiato il numero delle famiglie in povertà in Puglia, passate in 1 anno da 290mila a 440mila, a causa della crisi scatenata dalla guerra in Ucraina con l’aumento dei prezzi e i rincari delle bollette energetiche, a partire da gas e luce. Secondo la Coldiretti la Puglia è passata dal 18,1% di indice di povertà relativa nel 2020 al 27,5% nel 2021, il dato di crescita di povertà relativa più alto d’Italia.
Con la crisi un numero crescente di persone è stato costretto a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente – sottolinea la Coldiretti regionale – ai pacchi alimentari, anche per le limitazioni rese necessarie dalla pandemia. Fra i nuovi poveri ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività colpite dalle misure contro la pandemia. Persone e famiglie che mai prima d’ora – precisa la Coldiretti – avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche.