“Cento occhi” il racconto autobiografico di BigMama

Il racconto autobiografico “Cento Occhi” di BigMama incrocia la sua storia personale con i temi al centro del dibattito di oggi

Dopo l’uscita del singolo “Cento occhi” BigMama si racconta con questo esplosivo libro autobiografico. La voce di BigMama incrocia la sua storia personale con i temi al centro del dibattito di oggi, dal senso di inadeguatezza alla voglia di rivalsa, dalla malattia all’accettazione di sé. Un libro che attraverso la sua esperienza individuale ci porta invece una storia di sentimenti universali, che ci interroga e ci sprona a rimodellare un mondo che sia davvero alla portata di tutti.

Rapper e cantautrice BigMama, ovvero Marianna Mammone, fra le voci della Gen Z e icona della body positivity, si confessa nel memoir Cento Occhi, uscito per Rizzoli, nella collana Nuove voci. Il titolo è un riferimento ai “cento occhi che mi hanno fatto male per tutta la vita, i cento occhi che mi guardavano e mi giudicavano”, spiega l’artista 24enne nel libroSono riuscita a chiuderli tutti – continua – costringendoli a guardare solo attraverso i miei occhi”. Descrive la gioia provata sul palco dell’Ariston, la felicità di essere tra i big in gara a Sanremo, con il brano La rabbia non ti basta.

“Si tratta di un libro che ha lo scopo di aiutare gli altri attraverso la mia storia e i miei occhi. Non potete neanche immaginare quanto sia liberatorio parlare della propria vita, spero tanto possa essere di profondo aiuto nei vostri momenti difficili e di incertezza, ha scritto BigMama presentando Cento occhi sul suo profilo Instagram ufficiale. L’importante è rialzarsi sempre, crescere credendo in se stessi, cambiare opinioni, migliorarsi e perdonare.”

“Il mio fisico ha fatto in modo che le persone mi considerassero non abbastanza prima ancora che mi potessero conoscere”: è questa una delle lezioni che Marianna, in arte BigMama, ha dovuto imparare sulla propria pelle. Costretta fin da bambina ad affrontare i giudizi della gente nel paese in provincia di Avellino dove è cresciuta, bersaglio della cattiveria dei suoi coetanei e dell’indifferenza degli adulti, fa presto i conti con episodi di bullismo feroce, di violenze fisiche e psicologiche. Marianna si difende come può, costruendosi una corazza di autoironia e rabbia che le permette di mantenere integre le cose più preziose che possiede: un carattere indistruttibile, la romantica fede nei suoi sogni e nel suo talento. Così, aggrappandosi a quella strana voce che le ricorda di fidarsi di se stessa, a diciotto anni si trasferisce a Milano, e tutto cambia. La gente nella metropoli è troppo impegnata per fare caso al suo fisico, ma non per riconoscere la sua stoffa.”

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