Questo è quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti del trend climatico segnato da alte temperature e scarsità di piogge.
L’inizio dell’inverno segna un caldo anomalo e a preoccupare è il rischio siccità soprattutto sull’Italia centro-meridionale, dove rimangono i primi segnali di stress idrico che, seguiti poi dalla scarsità di neve in diversi settori dell’arco alpino e su gran parte della dorsale appenninica, perciò fanno scattare un campanello d’allarme.
Il 2023 ha segnato sicuramente con un indice di percentuale pari al 99%, per questo si classificherà come l’anno più caldo mai segnato nel Pianeta dopo che la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani è risultata perfino maggiore di 1,15 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo, nei primi undici mesi dell’anno, diventa sempre più impattante il fenomeno della fauna selvatica che da migratoria è divenuta stanziale in Puglia, arrecando danni ingenti alle produzioni in campagne, nelle stalle agli animali e agli allevamenti di pesce in mare aperto. Questo lo dichiara Coldiretti Puglia, in occasione del bilancio dell’annata agraria 2023, sulla base delle previsioni della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che registra le temperature mondiali dal 1850, in riferimento agli enormi danni causati dalla fauna selvatica, con i cinghiali che distruggono le coltivazioni e attaccano gli uomini e gli animali allevati, come anche i lupi e i cani inselvatichiti, gli storni azzerano la produzione di olive e distruggono le piazzole, le lepri divorano letteralmente interi campi di ortaggi, i cormorani mangiano i pesci negli impianti di acquacoltura, i pappagalli verdi si cibano di frutta e mandorle e il killer dei mari, il granchio blu che stermina vongole veraci, cozze, uova, altri pesci e molluschi.
La situazione quindi è quindi difficile lungo tutta la Penisola, soprattutto nel meridione dalla Puglia alla Sicilia, dove le precipitazioni evidenzia la Coldiretti sono state le più scarse da oltre cento anni.
Un danno per l’agricoltura prosegue la Coldiretti con l’assenza di neve che blocca di creare le scorte idriche necessarie alle produzioni mentre se non arriva il freddo le popolazioni di insetti, che causano danni alle colture, potrebbero sopravvivere e svernare per attaccare i raccolti nella prossima primavera. In realtà siamo di fronte conclude la Coldiretti ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo con effetti rovinanti. Non è un caso che il 2023 si appresta ad essere classificato in cima della classifica degli anni più roventi negli ultimi due secoli, che si concentra in Italia peraltro nell’ultimo decennio e comprende fino ad ora nell’ordine secondo l’analisi della Coldiretti il 2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020.
Ci sarà una svolta del meteo quindi dal sapore decisamente invernale nei prossimi giorni, nel weekend dell’Epifania ci sarà un crollo delle temperature le minime resteranno miti, mentre le massime scenderanno sensibilmente. Quindi il maltempo sarà il protagonista del prossimo fine settimana e l’inizio della prossima, i fenomeni partiranno dal Nord e si estenderanno al Sud.