Corvino: “Questa demonizzazione del Lecce a fallimento della Nazionale è un insulto, il nostro è un modello da seguire”

Dopo il fallimento della Nazionale italiana in Germania, il Direttore dell’Area Tecnica del Lecce Pantaleo Corvino è intervenuto ai microfoni del Corriere dello Sport, rispondendo alle accuse di “abuso di stranieri nelle giovanili“: “Il Lecce in Serie A ha tre giocatori provenienti dalla Primavera, tutti titolari. Falcone, Baschirotto, Piccoli, Gallo e Sansone sono italiani. Non possiamo permetterci giocatori italiani a causa dei costi elevati. Devo difendere il nostro lavoro, la società e il territorio. Vogliamo parlare dei talenti locali?”

“I grandi club – continua – vengono qui e fanno razzia. L’aridità del nostro calcio non deriva dalle politiche del Lecce, ma da quelle della Federcalcio e della Lega, dei club. E non da ieri. Deriva dalla mancanza di strutture, campi, centri di addestramento e dall’impreparazione degli allenatori del settore giovanile. Manca anche la volontà – ha poi proseguito – da parte della federcalcio di imporre percentuali dei ricavi da destinare alla formazione dei giovani”.

“Il mio – conclude Corvino – è un grido di dolore. In tutte le trasmissioni mettono in evidenza il risultato della nostra Primavera, gli undici stranieri, come se fossimo il male assoluto, l’origine del fallimento della Nazionale. Ma stiamo scherzando? Io l’untore? Questa demonizzazione del Lecce è un insulto all’intelligenza. Io non sono l’untore e il nostro è un modello che andrebbe seguito”.

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