Smaltita la delusione dell’immediato post- partita, raccogliamo le idee e cerchiamo di capire, veramente, cosa resta della sconfitta del Dall’Ara.
1.Basta Alibi
Si era già sentito alla vigilia, suona come un monito anche nel post partita: non ci sono più scuse. La rosa è quasi al completo, sono state superate le fatidiche prime “10 partite d’ambientamento” per i giovani debuttanti giallorossi. Il percorso di crescita è ancora lungo, certo, ma sono necessari da subito un cambio di rotta in termini di malizia, cattiveria, esperienza nel gestire le situazioni e, soprattutto, nell’approccio. Bene capitan Hjulmand che nel post partita dice che d’ora in poi scenderanno in campo solo per vincere, male che non l’abbiano fatto finora.
2.Alternative
Il sospetto c’era già, adesso è una conferma: le alternative ci sono. Il secondo tempo lo dimostra, cambiare uomini e disposizione in campo si può, la rosa lo permette e i tempi per farlo ci sono. Il dogmatico 4-3-3 è importante, è la base da cui partire, ma ha dimostrato tutti i suoi limiti quando la squadra deve impostare il gioco e non solo ripartire, deve reagire ad un gol subito piuttosto che scardinare una difesa avversaria bloccata e arcigna. Che sia il 4-2-3-1 o qualsiasi altro modulo (anche una difesa a tre, vista l’incredibile abbondanza di centrali “bueni”), cambiare si può.
3. Rémi Oudin
De Gregori ci ha ammonito nel giudicare un giocatore solo per un calcio di rigore, quindi tanto più non possiamo farlo per 45 minuti buoni. Ma Rémi Oudin sembra proprio quello che serve a questo Lecce, l’uomo tra le linee, quello dell’ultimo passaggio, la qualità sulla trequarti che migliori la manovra offensiva della truppa giallorossa. Ha mostrato anche grinta, voglia, propositività. Non lasciamo che sia un abbaglio, mettiamolo alla prova. Un acquisto di Gennaio, ma scoperto ad Ottobre. Che ci serve, ci serve come il pane quando abbiamo fame. E di fame ne abbiamo, soprattutto di punti.