Un’altra, caldissima, domenica a pranzo sulla strada della salvezza di questo Lecce: tra ex, gol annullati e qualche palo di troppo, alla fine, riesce comunque a non risultare indigesta più di tanto.
Acqua e sale
Ma si, perché noi siamo abituati così. A curare le ferite nell’acqua del mare, a sopportare quel pizzicolio propedeutico alla guarigione, ad attendere con pazienza il compimento di quanto desideriamo.
E Mina (Jerry) ieri ce l’ha voluto ricordare, mettendo a segno un gol importante, ma anche infuocando l’atmosfera a tutto campo pur di far saltare i nervi e rendere quanto più ardua possibile l’impresa giallorossa.
Poco importa se, alla fine, si poteva addirittura vincere e festeggiare già, perché, come ha detto anche Ramandani “è più bello a casa nostra”.
Anche perché a noi piace così, quando brucia un po’, fino alla fine. Acqua e sale
Questione di centimetri
“Le misure non contano” ci ripetono le donne quando, tra una battuta e l’altra, alludiamo a quanto possa essere ampia la misura di un piacere.
La verità è che però, in fondo, nella vita come nel calcio, le misure contano e come. Soprattutto quelle che fanno la differenza tra un Gol e un palo, tra i 3 punti e il punto solo, tra un traguardo raggiunto ed uno ancora da raggiungere.
Le dimensioni contano eccome, soprattutto quando incidono talmente tanto da cambiare il senso di tutto. Basta poco, a volte, basta davvero poco. Questione di centimetri.
La matematica non sarà mai il mio mestiere
Venditti lo canta a squarciagola, celebrando le notti che fanno da prologo agli esami della nostra vita.
Notti, le stesse, passate a calcolare quanto, come, dove e perché il Lecce SAREBBE POTUTO essere salvo già oggi con una vittoria in Sardegna.
Conti al vento, frantumati da un pari dei pali e da un destino che sembra voler tenere sempre il Lecce sulla corda, senza lasciar luogo a feste premature.
Di certo, però, i conti non tornano e il traguardo è lontano, non molto, ma lo è.
Questione di numeri, ardi, freddi e ostili, di matematica che, diciamocela tutta, non sarà mai il nostro mestiere.