Cosa Resta, Como – Lecce

La consacrazione di un talento a campione, il fondo del Barile da cui ripartire ed un anno di Lecce in serie A che promette di ripartire dalle stesse solide basi di sempre.

Il 2024 del Lecce si conclude con una sconfitta quasi annunciata, tra emergenza infortuni e allarme “sciocchezze”. Vediamo, comunque, Cosa Resta del match sulle rive del lago più famoso d’Italia.

Je so’ Paz

È sicuramente uno dei talenti più in vista della serie A, e ieri abbiamo anche potuto constatare come abbia le stigmate del campione.

Nico Paz cresce nella cantera del Real Madrid e arriva a Como per assaggiare il calcio vero, mettendosi alla prova in un campionato tattico e complicato come la serie A. Ottimi colpi, 3 gol e 3 assist nelle prime uscite, ed un talento che ieri ha dimostrato andare oltre ai numeri in campo.

Si perché, dopo il rigore parato dal super Falcone, non si è mai perso d’animo e ha continuato a provarci, finché non ha spedito, ahinoi, la palla in buca con una delle sue conclusioni peggiori.

Si è presentato così, da campione, al Lecce ed alla Serie A.

Je so’ Paz

Il fondo del Barile

scavare, cercare il meglio da ciò che resta, tentando di ricavarne quanto serve per continuare ad andare avanti nella propria missione”.

Mister Giampaolo già in conferenza aveva fotografato al situazione di una rosa decimata, in cui il tecnico ex Milan è costretto ad esplorare attitudini mai espresse e soluzioni più che creative.

Da Dorgu esterno destro a Coulibaly centrale di difesa, passando per Pierret regista e il redivivo Oudin: ecco, se esiste un fondo del barile della rosa giallorossa, potremmo dire che ieri è stato più che toccato, raschiato e logorato.

Rientri dall’infermeria, ritorni dalle squalifiche e, magari, qualche cadeau corviniano dal mercato dovranno alleviare la situazione, soprattutto in vista di un trittico Genoa-Empoli-Cagliari niente male.

Si può solo risalire, una volta toccato il fondo del Barile.

Un anno di Lecce in serie A

Si chiude un 2024 importante, fatto di alti, bassi e di pagine di storia che, a loro modo rimarranno impresse negli annali giallorossi.

3 allenatori, D’Aversa-Gotti- Giampaolo, tre stili diversi e 3 momenti importanti di questo percorso, ognuno unico a suo modo e cruciale per i traguardi poi raggiunti.

Campioni che vengono e campioni che vanno, da Strefezza a Pongracic, passando per nuovi idoli che pian piano stanno conquistando il loro posto in una storia che rimane sempre più grande di tutti.

Una società, solida e forte, che inaugura i lavori del primo centro sportivo di proprietà, che sigla il progetto per la copertura del Via Del Mare e che garantisce, checchè se ne dica nell’umorialità dei momenti bui, una continuità tecnica e sportiva che altre piazze nemmeno sognano.

Una squadra che, nella difficoltà e nelle vittorie, rimane simbolo di una terra sempre perfettamente conscia che, partendo un passo indietro agli altri, deve faticare il doppio per raggiungere i tanto ambiti traguardi.

Un 2025 che riparte contando, come ogni anno, sulla gente che mai abbandonerà la barca di un simbolo che, sempre di più, è vessillo ed orgoglio di un territorio intero.

Sognando di raccontare, tre 12 mesi, un altro anno di Lecce in Serie A.

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