Una partita ottovolante di emozioni finita con quella peggiore: l’amaro in bocca per una sconfitta, l’ennesima, arrivata in una maniera davvero beffarda. Questo, e qualcos’altro, resta di Lecce – Milan
Il canto del Gallo
Rifuggendo dalla blasfemia di tempi e testi sacri legati alla Quaresima, la metafora tra quello che è successo ieri in campo e Le Sacre Scritture appare quasi meno profana.
Si perché, senza il canto dell’autogol di Gallo, la sensazione era che quei 68minuti di grande Lecce potessero davvero condurre in porto un risultato che avrebbe avuto del clamoroso, pur al cospetto di un Milan in crisi.
Poi è vero, c’è il divario tecnico enorme, l’infinita qualità nella rosa dei rossoneri, l’atavica fragilità difensiva del Lecce e la sua incredibile capacità di complicarsi da solo la vita.
Ma sono tutte cose che c’erano anche nei primi 68 minuti.
Chissà cosa sarebbe successo, senza il canto del Gallo.
Corsi e ricorsi
Vedi Lecce – Milan sul calendario e già lo sai, non sarà una partita banale.
Troppo fresco il ricordo del gol annullato a Piccoli la scorsa stagione, troppo cocente la memoria della tripletta di Boateng nell’era Di Francesco.
E da oggi, avremo un’altra storia assurda da assegnare agli annali di questa partita, una storia fatta, ancora una volta, di un Lecce a tratti dominante sul Milan ma incapace di portare a casa il risultato pieno.
“La storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia, la seconda come farsa”, scriveva Karl Marx.
Siamo a tre. Corsi e ricorsi.
Il problema dell’attacco
Tanto sbandierato, tanto additato come unico vero male di questo balordo Lecce.
“Le punte devono segnare di più, altrimenti non ci salviamo”, grida a gran voce il popolo del Via Del Mare.
Vero, verissimo, ma non è solo così, e la partita di ieri ne è la perfetta dimostrazione.
Non bastano 2 gol del prossimo centravanti principe del mercato estivo, se poi in 18 minuti lì dietro ne succedono di ogni, e tutto è reso vano.
“La miglior difesa, è l’attacco”, ma poi i campionati li vincono le migliori difese.
E il Lecce ha il suo campionato da vincere.
Al di là del problema dell’attacco.