Due settimane di parole, forse troppe, confluite in un match che finisce per non cambiare l’inerzia dell’ultimo periodo. Questo, poco altro, restano di Lecce – Roma
Allupati
Se la breaking di ogni pagina, nel giorno precedente alla partita, parlava dell’uscita di Corvino relativa ai piaceri dell’eros nel pre-partita, possiamo dire che il match non ha davvero rispettato le aspettative.
Non solo perché di erotico non ha avuto nulla, ma anche perché, a fine partita ha lasciato la stessa identica sensazione di sempre: di una squadra del vorrei ma non posso.
Incapaci di incidere, di decidere, e di portare casa anche solo un punticino che poteva davvero fare la differenza al cospetto della Lupa Capitolina.
E invece siamo rimasti così, delusi, amareggiati, ed allupati.
Quintessenza
La quinta sconfitta consecutiva potrebbe allarmare i più, gridare alla crisi profonda, demolire qualunque speranza di risorgimento nei tifosi di primo pelo.
Chi naviga la passione giallorossa da sempre, invece, sa bene che la strada tracciata per questa squadra è sempre stata quella della sofferenza sportiva, atroce e dilaniante, fino all’ultimo minuto dell’ultima partita.
Una sconfitta grave, perché rappresenta una nuova chance persa per tornare a fare punti, ma che non deve scalfire la convinzione che questa squadra, con tutti i suoi limiti, sia ancora assolutamente in grado di farcela.
E la sofferenza è nel DNA del Lecce, è la sua quintessenza.
Sotto Copertura
Il momento è delicato, se non altro perché il tempo stringe e le occasioni perse costano sempre di più.
In queste 2 settimane si è parlato tanto di futuro, di sogni ancora più grandi, di progetti che nessuno immaginava e di visioni che, attraverso il calcio, possono diventare volano per una terra intera.
Dalla copertura del Via Del Mare al nuovo Centro Sportivo, questa società sta costruendo, di per sé, una storia che fino a qualche anno fa sarebbe stato utopistico perfino sognare.
Ora, però, è il momento di restare ancorati sul presente, perché tutto questo futuro abbia un senso ancora più grande, quello dell’impresa.
È il momento di restare uniti, concentrati e focalizzati.
E di lavorare, se necessario, anche sotto copertura.
