Cambio gomme, rifornimento carburante, piccoli ritocchi all’assetto prima di tornare a correre gli ultimi giri: ci siamo, ancora una settimana e poi tutto d’un fiato verso il traguardo. Facciamo un punto su questo ultimo pit stop per il Lecce.
Giallorossi formato Mondiale
Ok, il paragone con la F1 finisce qui anche per non toccare il tema Ferrari, che ultimamente non è che sia tanto di buon auspicio. Parliamo invece di un Lecce che, mai come in questa settimana in cui è ufficialmente fermo ai box, è diventato davvero Mondiale: dallo Zambia all’Islanda, dal Gambia alla Danimarca, dall’Azzurrino all’Azzurro Adidas della nazionale di Mancini. I giovani giallorossi stanno colonizzando il globo, portando in ogni dove Lu sule, lu mare e lu talentu che questa terra sta contribuendo a tiragli fuori. E ognuno di loro porta con sé anche il seme di una nuova passione giallorossa, che siamo sicuri nascerà in ogni bambino del centrafrica che inizierà ad amare le accelerate di Banda. Insomma, giallorossi formato mondiale.
Un’ora in più
I Pooh chiedevano solo un minuto, Riccardo Fogli addirittura un giorno. Sta di fatto che alla fine la realtà oggi ci regala un’ora in più, o in meno, dipende dalla prospettiva. Un’ora in meno di sonno al mattino, una in più di luce alla sera. In ogni caso è un’opportunità: quanto l’avremmo voluta un’ora in più in alcuni momenti della nostra vita, quanto sarebbe servita al Lecce un’ora in più quando la palla non voleva entrare e i 90 minuti erano ormai scaduti. E allora 60 minuti avanti, verso un’alba più precoce ma anche un tramonto che mai come d’ora in poi tingerà il cielo di un giallorosso intenso stile #sunsent. Certo, l’estate è ancora lontana. Ma intanto godiamoci un’ora in più.
11 vs 11
Tornando alle questioni di campo, la faccenda è molto più pragmatica. 11 partite, 11 squadre a cui strappare più punti possibile, 11 avversari in campo da contrastare centimetro per centimetro, pallone per pallone, fino alla fine. Certo, nel calcio moderno 11 è solo il numero di quelli che partono dal primo minuto, perché a fine partita ormai conta sempre di più l’apporto di chi subentra. E conterà sempre di più, visto gli 11 incontri in meno di due mesi, un tour de force che non consentirà più nessuna distrazione, nemmeno a chi finora aveva l’alibi di dover crescere alla prima esperienza in A.
Tutti sul pezzo, pit stop finito, 11 vs 11, si parte!