Cosa Resta, Lecce – Venezia

Ci vuole un gran fisico per tifare Lecce, per assorbire l’urto di un palo e per stare in guardia dai lupi che sono la peggiore minaccia per questa squadra

Doveva essere la partita della svolta, e invece rimanda tutto alla prossima volta lasciando tutto esattamente com’era. Con la sottile differenza di un’occasione in meno.

Questo, e qualcos’altro, restano di Lecce – Venezia

Ci vuole un fisico bestiale

Per resistere agli urti della vita, certo.

Per tifare Lecce, ancor di più.

Per mantenere, sulle proprie spalle, il peso di una stagione intera, ci vuole un fisico ed un cuore enorme.

Federico Baschirotto è emblema, capitano e leader di una squadra che al di là dei propri, evidenti, limiti, lavora per farsi il fisico adatto a conquistare quanto serve per rimanere in A.

E non è facile, serve impegno, dedizione, sacrificio.

E soprattutto, ci vuole un fisico bestiale.

Prendere un Palo

A pochi cm dall’obiettivo, quando tutto sembra propendere per il successo, il pallone ci sbatte contro e si allontana dalla porta.

Succede nelle relazioni affettive, quando una friendzone stoppa sul nascere i sogni di una relazione che prometteva ben altro.

È successo a Konan N’dri, ieri, che per colpa di quel palo rischia di passare da salvatore della patria ad uno dei tanti, incapaci davvero di incidere sulla storia di questa gloriosa maglia.

Succede al Lecce, spesso, che un palo di metta di traverso complicando il suo percorso, e segnando l’invalicabile solco di un destino di sofferenza sportiva che la tradizione gli assegna.

È sempre un disastro, prendere un palo.

Attenti al Lupo

Al termine di una partita del genere c’è tanta delusione, scoramento, amarezza.

Ma non è certo questo il momento dei processi, delle sentenze premature, delle richieste di dimissioni o altro.

È il momento di mostrare i muscoli, ma anche di rimanere uniti e di remare tutti dalla stessa parte.

Il grido di Giampaolo è quello di un leader che difende il suo branco, anche da una tana dei lupi che a volte, come ieri, diventa catino di critiche fin troppo violente nei confronti di un gruppo che, con tutti i suoi limiti, sta provando a scrivere l’ennesimo capitolo straordinario.

E allora attenti a rischiare di far crollare il castello prima ancora che lo facciano i numeri o gli avversari diretti.

Attenti a diventare, ancora una volta, il primo pericolo per noi stessi.

Attenti al lupo

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