Cosa Resta, Roma – Lecce

Un aroma amarissimo, 3 minuti ormai fatali ed un arrivederci a Roma con qualche certezza in più

Il finale shock cancella la gioia di una prestazione di grandissimo livello da parte dei giallorossi. Vediamo Cosa Resta, in ogni caso, della serata capitolina.

AMARISSIMO AROMA

A Novantesimo scoccato, con una squadra mai davvero in balia dell’avversario e, anzi, sul punto di segnare il 2-0 del K.O. definitivo in un paio di occasioni, pregustare il dolce sapore di una vittoria storica era quanto di più legittimo.

Ed invece, come spesso accade in questo dannato sport in cui gli sforzi di 90 minuti possono essere vanificati in uno scampolo di tempo, la boccata dolce di un successo succulento si è trasformata nell’aroma aspro di una sconfitta che brucia come un’afta. Non per le dimensioni, né per il valore dell’avversario, ma per quanto fino a quel momento era apparso possibile grazie ad una prestazione straordinaria e ad una storia che sembrava andare, questa volta, davvero per il verso giusto.

E invece no, un finale amaro cancella tutto lasciando in bocca un amaro, amarissimo aroma.

3 MINUTI

Un lasso di tempo che nel Salento, prima di ogni cosa, rimanda all’omonima canzone dei Negramaro, elogio ad una frazione di vita spesso utile a salvare il salvabile, a recuperare un rapporto incrinato, a dimostrare agli altri ciò che si è davvero.

3 minuti che in 4 giorni sono diventati fatali per il Salento ed il suo Lecce, cruciali, nel finale, nelle sconfitte contro Roma e Parma. E se contro gli emiliani sugellavano una gara tra alti e bassi, contro la squadra di Mourinho cancellano tutto il buono fatto in precedenza con uno 0 punti in classifica durissimo. E a poco servono le polemiche sulla gestione di questo pallone piuttosto che di quel cambio, sul terzo centrale e sull’occasione di Strefezza, di fronte alla dura legge del gol che tutto ribalta e tutto appiana.

Crudele, spietata, letale. In 3 minuti.

ARRIVEDERCI, ROMA

Goodbye, Au Revoir. La trasferta contro i giallorossi della capitale, fatale quest’anno con lo stesso risultato dello scorso (2-1) certifica un Lecce in crisi di risultati, ma non certo di prestazioni.

 La squadra c’è, rispetto ad una settimana fa contro il Torino ha ritrovato spirito, attenzione e brillantezza nella manovra. I risultati non la stanno premiando, ma se una luce in fondo al tunnel c’è, è quella di 91 minuti in cui la truppa di D’Aversa ha risposto colpo su colpo ad una squadra abituata a giocare su palcoscenici europei e costretta a schierare l’artiglieria pesante per vincere il fortino giallorosso.

La gita a Roma lascia anche tanti buoni segnali in vista di un prosieguo di campionato ancora lungo e ricco di occasioni di riscatto. Lascia la certezza di una squadra che non si arrende mai ad un risultato già scritto, che rimane sè stessa anche in un catino come l’Olimpico, che prova a dare tutto cadendo solo, da generosa, per disattenzioni superficiali quanto fatali.

Nel frattempo via, testa al Milan e alle sue stelle.

Arrivederci, Roma.

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