Se gli 11 punti sono oro colato, quello che preoccupa, semmai, è la sterilità davanti.
DULCIS IN FUNDO
Trovare il buono, il dulcis in fundo nel “ritorno sulla terra” dello 0-4 in casa contro il Napoli non è semplice, a meno che non si allarghi lo sguardo ad una prospettiva più ampia tralasciando l’ottica del particolare. Lo straordinario avvio di stagione del Lecce non può essere macchiato dalle ultime due sconfitte contro Juventus e Napoli, buttar via il bambino e l’acqua sporca è una pratica pericolosa e poco equilibrata. E allora bisogna tenere il di buono che c’è, gli 11 punti dopo 7 giornate che sono oro colato in una serie A che ha visto il livello della lotta salvezza alzarsi di brutto, fino a coinvolgere almeno in queste prime battute, addirittura le romane. Ottobre sarà un mese di conferme fondamentale, utile per restituire al Lecce ed a tutto il campionato la dimensione giusta dei valori e dei giudizi sulla partenza di una stagione importante e competitiva.
Il Lecce c’è, è consapevole dei propri mezzi, ed Ottobre sarà il mese giusto per ribadirlo.
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L’AMARO (DEL) MONTENEGRO
In questa rubrica, ispirata non troppo velatamente alle origini del nuovo bomber di riferimento del nostro Lecce, vorremo sottolineare il lato meno positivo e più preoccupante della prestazione dei giallorossi. E trascendendo dalle dimensioni, eccessive, del risultato di sabato l’aspetto più evidente è la preoccupante sterilità offensiva. Una incapacità di arrivare alla conclusione dimostrata già a Monza e Torino che va in senso diametralmente opposto rispetto allo spumeggiante lecce delle prime 4 partite. L’assenza di Banda a sinistra sta pesando oltremodo, così come la difficoltà di capitan Strefezza di incidere davvero in un ruolo non suo. Le prossime sfide contro Sassuolo, Udinese e Torino diranno molto, così come fondamentale sarà la crescita della condizione di elementi importanti come Oudin e Sansone.