È da inizio campionato il giocatore che più tira in porta, spesso anche quando magari avrebbe la possibilità di mettere un compagno nella condizione di farlo in posizione più favorevole.
È l’emblema di un reparto che sta scrivendo pagine negative in termini di numeri, asfittico e spesso additato come principale problema di questa squadra.
Allo stesso tempo, però, Nikola Krstovic è da sabato a livello di bomber come Castellanos, Orsolini, Vlahovic, Dovbyk, a 1 solo gol dal capitano dell’Inter Lautaro Martinez.
Dopo 28 giornate ha già migliorato i numeri della sua prima stagione in A, quella dello scorso anno, conclusa con 7 gol e 1 assist in 35 presenze, pur con un paio di gol (vedi rigore contro il Frosinone) toltigli per qualche deviazione avversaria.
Quest’anno già 9 gol e 3 assist (in 28 partite), ma soprattutto la sensazione che sia diventato, partita dopo partita, il prototipo del centravanti moderno che ogni squadra vorrebbe avere, capace di legare il gioco, far salire la squadra ed essere maledettamente efficace quando serve in zona gol.

Una varietà di colpi da far invidia, tra colpo di testa, destro da fuori e sinistro, con l’unica pecca di qualche rigore di troppo lasciato per strada.
C’è da scommettere, però, che nelle prossime 9 troverà il modo per tornare decisivo anche dal dischetto.
A 24 anni è pronto a lanciarsi, inesorabilmente, come centravanti principe del prossimo mercato estivo, in Italia e non solo, ma intanto ha una sola missione: lasciare il Lecce lì dove lo ha accolto, in serie A.