Una partita dura da digerire, che lascia nell’aria quell’Aroma Agrodolce di un Autunno ormai nel suo pieno che fa sfumare, letteralmente per aria, almeno un punto che sarebbe stato d’oro.
3 posto Joan González
Leggerissimo, incerto e spento nelle ultime uscite, Joan a Roma entra in campo con la verve di giorni migliori, quella che all’inizio dello scorso campionato l’aveva dipinto come vero e proprio enfant prodige di questa squadra. Il gol nasce da un suo recupero, per 30 minuti intensi in cui guida le transizioni e si inserisce davanti scompigliando le carte di una Roma fin troppo sbilanciata sul finale.
Gonzalez porta nel piovoso autunno novembrino quel piacevole odore di brezza estiva che lascia ben sperare verso un inverno che per lui, speriamo, sia il più mite possibile.
2 posto Mohamed Kaba
Il ritorno da titolare ricorda in che cosa era mancato nelle ultime due uscite. Sempre attento e reattivo, deciso nel recupero palla e veloce nella transizione offensiva, Mohamed dà al Lecce il dinamismo necessario per il gioco verticale di D’Aversa. Lui e Ramadani rappresentano il cuore e i polmoni di questa squadra e sono imprescindibili anche quando, come nel finale, non ne avevano più.
Kaba sa d’autunno, copre il Lecce con l’odore di una trapunta candida e fa si che, quantomeno per il futuro, con lui in campo i nostri sogni siano un po’ più tranquilli.
1 posto Wladimiro Falcone
Il tributo di Mourinho nel post partita, “Falcone è un grande romanista, ma quando gioca contro di noi dovrebbero dargli il premio Yashin, para tutto!”, è il trofeo più bello per un ragazzo che, pur non smentendo mai la sua vera fede, dà da un anno e mezzo tutto per il giallorosso salentino, anche e soprattutto contro la sua ex squadra. Il rigore parato a Lukaku (il primo fallito dal gigante belga in serie A), rimarrà tra le perle più belle di questa stagione.
Falcone si esalta quanto fiuta la puzza di bruciato, interviene da pompiere spegnendo il fuoco come può e lasciando, nell’aria, quell’odore di pioggia fresca che rasserena gli animi e ci fa sentire, una volta di più, nelle mani giuste, le sue.