I 7 punti in 3 partite hanno stuzzicato la mente e i sogni dei tifosi, ma attenzione: siamo solo all’inizio.
Secondo il mito greco, il giovane Icaro, sognando finalmente la libertà, volò via con le ali che suo padre Dedalo gli aveva costruito, adattandole a sè e al corpo del figlio con la cera. Una volta in volo, però, avvicinandosi troppo al sole, le ali si sciolsero ed Icaro sprofondò negli abissi del mare.
Secondo la cronaca, nazionale e non solo, degli ultimi giorni, il Lecce è un pò l’Icaro della serie A, pronto a spiccare il volo verso traguardi inimmaginabili. Volare troppo alto sulle ali dell’entusiasmo potrebbe essere un errore pericoloso se non fatale. E’ vero, la classifica delle prime 3 giornate inquadra il Lecce nella zona Champions, ma nulla è più pericoloso del credere che la fotografia di un momento possa essere la reale prospettiva di una nuova realtà.
I giallorossi sono partiti bene, hanno messo in mostra nuove stelle, nuovi protagonisti di una storia pronta sicuramente a stupire, ma che deve rimanere nei contorni di una dimensione che società, giocatori ed, in fondo, anche tifosi, conoscono bene.
La dimensione della squadra più giovane del campionato (dati Trasfertmarket) che attraverso le idee, il lavoro, gli investimenti oculati e la serietà dei suoi interpreti mira a costruire qualcosa di importante, con la salvezza dello scorso anno come primo step di un percorso che vuole portare il Lecce a rimanere in A il più a lungo possibile.
Una dimensione definita bene, non a caso, proprio dal direttore dell’Area Tecnica Pantaleo Corvino nell’ultima conferenza stampa: quella del Davide contro Golia, della piccola realtà che prova a farsi spazio tra le grandi puntando solo sulle sue forze, sul suo progetto e sull’amore della gente che la sostiene.
Ed allora si, quella del Lecce nella serie A 2023 -2024 è stata senz’altro una partenza da Mito, ma occhio a scegliere quello giusto.
