Lecce, in scena la settima edizione de IL TEMPIO DELLE FOLE con “IPPOLITO di Euripide”

La rassegna di dramma antico e teatro di letteratura firmata da POIEOFOLA’-CostruzioniTeatrali torna in scena con IPPOLITO nuova produzione in un allestimento visionario firmato da Roberto Treglia, alla regia, e Alberto Greco, alla direzione artistica.

Torna in scena a Lecce con la nuova produzione, IPPOLITO di Euripide, la settima edizione de IL TEMPIO DELLE FOLE, rassegna di dramma antico e teatro di letteratura firmata da POIEOFOLA’-CostruzioniTeatrali. Appuntamento nell’ex Convento dei Teatini di Lecce per venerdì 20 e sabato 21 settembre, alle ore 21.00.

Nella tragedia greca di Ippolito, qui proposta in un allestimento visionario firmato da Roberto Treglia, alla regia, e Alberto Greco, alla direzione artistica, c’è amore, morte, disperazione e dubbio. Come molte altre tragedie euripidee, non è facile attribuire un giudizio e schierarsi davanti allo svolgersi dei fatti. 

Protagonisti sono Ippolito e Fedra, rispettivamente figlio e moglie di Teseo, re di Atene. Il giovane vive una profonda spiritualità, lontano dalle passioni terrene, dedito alla caccia e alla dea Artemide. Afrodite, infatti, è l’unica dea a non essere venerata dal figlio del re di Atene e per questo cerca di punirlo: scatena in Fedra, matrigna di Ippolito, un’insana passione per il ragazzo…

Firma la regia secondo il suo stile ricercato Roberto Marius Treglia che interpreta anche il ruolo di Teseo.

Veste i panni di Ippolito Tommaso Fiorentino, mentre Fedra è Tiziana Renni. La nutrice è Cinzia Corrado. Messaggeri sono Riccardo Martella e Fabio Corciulo. Afrodite e Artemide rispettivamente Diana Accogli e Isaura Scorrano. Il coro delle donne Laura Cortese, Sofia Margarito, Isaura Scorrano, Diana Accogli.

La direzione artistica della rassegna è curata da Alberto Greco che propone una chiave di lettura inconsueta.

L’azione dei personaggi si svolge in un ambiente scenografico in continua trasformazione e la recitazione è frammista al canto e alla danza. La traduzione è fedele all’originale e mantiene la classicità con l’inserimento della recitazione in metrica puramente greca, in distici elegiaci e trimetri giambici.

 

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