L’elogio del (santo) portiere, Wladimiro Falcone

Falcone

Il ruolo del portiere, nel gioco del calcio, è il ruolo più romantico e nostalgico.
Pensateci, è l’unico vestito diversamente dai compagni. È l’unico che può prendere la palla con le mani.
Insomma, il portiere è un ruolo speciale e particolare.

Ci hanno fatto film e canzoni, Umberto Saba l’ha reso il protagonista di una poesia, il pittore salentino Fernando Lomascolo di una meravogliosa litografia.
E quando segna un portiere è festa nazionale.
Lecce è stata patria di grandissimi portieri: tutt’ora l’imbattibilità di 1791 minuti appartiene a Tarabocchia che giocava nel Lecce.

E poi Terraneo, Negretti, Lorieri, Chimenti, Sicignano, Gegè Rossi, Rosati fino ai più recenti Gabriel e Falcone. Già, Falcone.

Wladimiro Falcone

Corvino diceva che non si possono sbagliare portiere e attaccante. Quest’anno sicuramente con Falcone non ha sbagliato nulla.
Diciamocelo, se non fosse stato per lui il Lecce avrebbe qualche punticino in meno.
Ultimi miracoli sono stati quelli di ieri sera: quattro parate strepitose di cui due miracolose.
San Wladimiro da Roma, per i tifosi più accesi, può essere annoverato già da subito tra i meravigliosi portieri della Storia del Lecce.

E voi, quando leggerete la poesia di Saba o ammirerete il quadro di Lomascolo, forse, penserete a quanto era forte Wladimiro Falcone.

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