Una promozione in A, una salvezza tutto sommato tranquilla, eppure lo stesso identico destino di tutti: maretta, critiche, malcontento.
Un uomo passionale, integro, arrivato a Lecce da un periodo non facile, in grado di portare la serenità e l’equilibrio che in questa piazza servono per ambire ai grandi traguardi.
Una ripartenza in B complicata, dopo la delusione dei playoff con Corini e il rigore alle stelle di Mancosu, l’esplosione di Strefezza, una squadra che partita dopo partita domina una B in cui non partiva da protagonista.
Un anno in A ricco di speranze e sofferenze, con Ceesay e Colombo davanti, con una squadra più anima che corpo e Hjulmand e Umtiti a guidare un gruppo di debuttanti.
Un condottiero spesso silenzioso, e per questo complicato e difficile da amare, ma anche in grado di esprimere, in ogni occasione, il grande legame e la profonda gratitudine verso una società e una terra che gli hanno dato la possibilità di tornare nel grande calcio.
Un uomo che oggi, dopo aver conquistato con pieno merito la panchina di una big come la Lazio, è sulla bocca di tutti. E nei pensieri di chi, dal Salento, solo un paio di anni fa, l’ha visto sbucciare definitivamente.
Per questo, e per tanto altro, quella di sabato non sarà una sfida come tutte le altre. Perché sarà la sfida a Baroni, quella di un amore mai sbocciato e mai dimenticato.