Maria De Giovanni, esempio di resilienza: “Sogno una società più accogliente, mi onora essere chiamata la Madre Teresa del Salento”

La Sala Bernini dell’Hotel dei Congressi Tiziano di Lecce ha ospitato un importante evento di sensibilizzazione in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, lo scorso 3 dicembre: “Includere per amare, da Maria Montessori ai giorni nostri”, la salentina continua il suo impegno quotidiano, poiché come più volte ha ribadito lei stessa, il 3 dicembre serve a sensibilizzare ulteriormente, ma è ogni giorno che si concretizza l’impegno e la Costanza per sostenere chi vive il suo dolore.

Cosa significa per te questa giornata?

La Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità è un momento di riflessione, ma soprattutto di sensibilizzazione. È l’occasione per dare voce a chi spesso viene ignorato e per ricordare che la disabilità non è un limite, ma una condizione con cui convivere e da valorizzare. È un’opportunità per abbattere barriere culturali e fisiche, costruendo una società più inclusiva.

A chi ti giudica cosa rispondi?

A chi mi giudica rispondo con i fatti. Il mio impegno quotidiano è la dimostrazione che non serve fermarsi alle etichette. Credo che chi giudica lo faccia per paura o ignoranza, e a loro rispondo con un sorriso e con la mia determinazione a fare la differenza.

Quali sono i dolori più grandi dagli pseudo amici?

Il dolore più grande è scoprire che chi credevi vicino, in realtà, non lo era. Gli pseudo amici spesso spariscono quando la vita si fa complicata. È dura, ma ho imparato a riconoscere chi mi vuole bene davvero. Oggi mi circondo solo di persone sincere, che mi accettano per come sono e condividono il mio percorso.

Sei felice?

Sì, sono felice perché ho trovato un equilibrio tra ciò che sono e ciò che posso dare agli altri. La felicità per me è fatta di piccoli gesti, di obiettivi raggiunti, di affetto sincero. Nonostante le difficoltà, scelgo di vedere la bellezza della vita.

Fra un mese uscirà il tuo terzo libro: che emozioni provi?

Sono emozionata e grata. Questo libro rappresenta un nuovo capitolo della mia vita, un’opportunità per condividere la mia esperienza e continuare a sensibilizzare su temi importanti. Ogni volta che pubblico un libro, sento la responsabilità di trasmettere un messaggio positivo e autentico.

Tutti ti amano: ti chiamano la Madre Teresa del Salento.

È un titolo che mi onora, ma che porto con umiltà. Non faccio nulla di straordinario, mi limito a seguire il cuore e a mettere le mie energie al servizio degli altri. Se questo viene riconosciuto, ne sono felice, ma il mio obiettivo è solo fare del bene.

Cosa ti aspetti dal futuro?

Mi aspetto di continuare a crescere come persona e di vedere i frutti del mio impegno. Spero in una società sempre più accogliente e solidale, e sogno di poter aiutare ancora più persone attraverso i miei progetti.

Come vivi chi ti fa del male?

Con distacco e comprensione. Ho imparato a non lasciarmi condizionare dalla negatività altrui. Chi fa del male spesso ha delle ferite irrisolte. Io scelgo di non farmi trascinare giù, ma di guardare avanti con serenità e con il cuore leggero.

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