Menzioni d’onore agli alfieri del Re, disonore agli alfieri…dei diritti tv

Da “alfieri del Re” ad “alfieri dei diritti TV” il passo è breve, ma il giudizio completamente diverso.

Aspetti negativi ed encomi della trasferta di Bergamo

Menzione d’onore-  Alfieri del Re

L’11 di ieri era tutt’altro che quello ideale. Eppure, sin dai primi secondi, l’impressione è stata che questa squadra al di là degli interpreti porti avanti sempre e comunque un’idea, un’intenzione, una proposta forte e coerente. Bastano uno, due, tre alfieri di questa filosofia per imprimere subito alla partita l’impronta giusta. Un’impronta fatta di aggressività, pressing a tutto campo, gestione della palla tecnica e veloce, verticalità e coraggio. Ecco, coraggio sopra tutto, anche di fronte ad un Atalanta al top che sono una settimana fa aveva dominato a Roma la Lazio. E poco importa se Ceesay non partiva titolare da ottobre, se Maleh tornava da un infortunio, se Tuia era solo alla sua 4 presenza stagionale. L’idea è ben chiara, delineata, precisa. Gli interpreti sono solo attori che devono applicarla alla lettera. E i “reduci” dell’11 titolare sono semplicemente alfieri che devono trasmetterla ai nuovi mostrando come si fa.

Lecce – Atalanta all’andata al Via del Mare

Menzione di disonore – Alfieri dei diritti TV

Poche cose sono sacre, in Italia e al sud soprattutto, come il pranzo della domenica. E poche cose sono altrettanto sacre come la propria squadra del cuore. Ora, alla luce di ciò, piazzare un match alle 12.30 di domenica è un sacrilegio a tutti gli effetti. Dover mangiare una lasagna in fretta tra le 13.15 e le 13.30, sfruttando l’intervallo, è qualcosa di indegno e di irrispettoso verso la propria fede e la propria famiglia. Ora, cari alfieri dei diritti TV, mi auguro che voi siate consapevoli di cotanta sacralità. E consapevoli anche che nella vita ci sono priorità importanti, che non vanno messe in crisi solo per la speranza che qualche folle, all’estero, guardi Atalanta – Lecce perché voi la piazzate alle 12.30 e per lui sarebbe più comodo. Perché a chi ha il cuore giallorosso, o orobico, non importa l’orario o il sacrificio da fare per vedere la sua squadra del cuore, la vede comunque. E a chi non ce l’ha, difficilmente lo farà solo per opportunità di orario. Ora quindi, cari alfieri dei diritti TV, smettetela di calcare la mano e lasciateci pranzare in pace. Almeno la domenica.

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Previous Article

Università del Salento “I campionati di calcio professionistici e la loro sostenibilità nel III Millennio”: tra i relatori Gravina e Sticchi Damiani

Next Article

Ancora un riconoscimento per Maria De Giovanni: il centro CardioMed ha premiato l'Ufficiale al Merito

Related Posts
Total
0
Share