Menzioni d’onore e disonore, Lazio – Lecce

Ciò che di buono e di negativo rimane dopo la sfida dell’Olimpico.

MENZIONE D’ONORE – Fame e Resilienza

Non era scontato rialzarsi dopo una partita come quella con il Verona. Non era facile reagire dopo un rigore sbagliato e nemmeno dopo un gol subito pochi minuti dopo. Però questa squadra l’ha fatto. Ha tenuto il campo e non ha perso mai la testa conto la terza forza di questo campionato, capace di battere all’Olimpico anche la Juventus solo poche settimane fa. E allora vuol dire che davvero la squadra ci crede, che ci sono quella fame e quella resilienza necessarie per andare ad agguantare un risultato ora più che mai alla portata. Oltre gli ostacoli che a volte si crea da sola, oltre la sfortuna ma anche grazie quell’imponderabile che poi, alla  fine si rivela decisivo, come la doppietta di Oudin.

MENZIONE DI DISONORE – Emozioni e disattenzioni

Un grande patron del calcio italiano qualche anno fa definiva la difesa ballerina della sua squadra “emozionante”. Ecco, la difesa del Lecce ballerina quest’anno non lo è stata, ma in quanto ad emozioni abbiamo fatto il carico. Anche venerdì due gol subiti assolutamente rivedibili, con l’imbucata centrale non letta da Baschitotto e una palla che vaga in area al 95esimo non spazzata via come si deve. Sono disattenzioni che si pagano, soprattutto quando 2 punti in più avrebbero davvero fatto la differenza. L’aspetto positivo è che c’è ancora margine, anche se, a 3 dalla fine, è sempre più sottile. Attenzione, concentrazione e palla in curva tutte le volte che serve. Con lo Spezia non si scherza, è dentro o fuori. Zero disattenzioni.

Ascolta la puntata di INTERVENGO QUI DA LECCE dedicata alla sfida contro la Lazio

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