E’ la città più a est d’Italia, quella dove il sole arriva per primo a riscaldare il giorno, un ponte verso Oriente troppo spesso stravolto da conflitti che hanno lasciato tante vittime, ma anche tanti semi radicati nella cultura secolare di questa terra.
Oggi il nostro Scarcagnulu ha fatto un salto ad Otranto, per raccontarci una storia antica come il tempo, quella della Torre del Serpe.
Tra storia e magia
Quella d’Otranto è una terra che anche oggi conserva i segni di una storia che l’ha vista protagonista di episodi a metà tra lo storico e il soprannaturale. Uno degli episdoi senz’altro più suggestivi riguarda la leggenda della Torre del Serpe. La torre d’avvistamento, parte di un corollario che caratterizza tutta la costa del Salento, si trova a metà tra la città vecchia e il Lago di Bauxite, attrazione naturalistica posizionata a nord-est dell’antico borgo otrantino.
Come molte altre torri salentine, anche Torre del Serpe risale al periodo Medioevale, periodo nel quale questa terra aveva la necessità impellente di proteggersi dagli attacchi dei saraceni e dei turchi provenienti dal mare d’oriente.
La leggenda che avvolge questa fortezza racconta che, come il nome suggerisce, anticamente ci fosse un grosso serpente che presidiava la torre che di giorno si nascondeva alla luce ma che di notte usciva allo scoperto, rendendosi ben visibile. Il rettile, non trovando cibo a sufficienza che saziasse la sua imponente mole, nelle sue uscite era solito rifocillarsi cibandosi dell’olio utilizzato per alimentare il grande faro posto su di essa.
Con questa sua abitudine, però, il rettile finiva spesso per lasciare il faro al buio, disorientando così gli invasori che dal mare cercavano riferimenti per attaccare la costa e favorendo, allo stesso tempo, la difesa degli otrantini.
Si narra addirittura che pochi anni prima della terribile invasione dei turchi nel 1480 (quella legata alla terribile storia dei Martiri d’Otranto), il serpente della torre fu già protagonista, grazie alla sua bizzarra attitudine notturna, di un provvidenziale depistamento dell’esercito saraceno che era pronto ad attraccare e a distruggere la città.
Nacque da allora il profondo culto dei locali per il serpente e la Torre del Serpe stessa, simbolo della città tanto da essere presente anche nello stemma ufficiale che si compone, appunto, di una torre avvolta nelle spire di un grande serpente nero.
Nel rispetto di questa storia e della sua leggenda, la zona intorno alla Torre del Serpe è rimasta tutt’ora disabitata ed impervia. L’assenza di costruzioni la colloca su un’altura dove la natura si manifesta in tutta la sua forza: la macchia mediterranea, i suoi cespugli, i suoi odori avvolgono quasi totalmente l’antico faro. Un’atmosfera che restituisce tutta la potenza di questa storia, con il riecheggiare delle onde che, nelle giornate più intense, ricorda le urla ed i lamenti dei defunti in mare ed in battaglia di questa martoriata zona.
Vivere Otranto oggi
Oggi Otranto è una delle città più conosciute del Salento e non solo per le sue attrazioni naturali ma anche per la sua profonda storia.
Oltre alla leggenda della Torre del Serpente, infatti, molto più nota è la storia relativa ai Martiri d’Otranto. La vicenda riguarda i fatti avvenuti nel 1480 quando l’esercito Turco, guidato da Maometto II partirono alla volta delle coste salentine per completare il folle progetto di ampliamento ad ovest dell’Impero Ottomano. I regnanti otrantini, venuti a conoscenza dell’imminente invasione, dispiegarono immediatamente il piccolo esercito a loro disposizione per difendere la città. I circa 6000 soldati però, arruolati tra la popolazione locale, nulla poterono contro l’armata turca composta da circa 16mila soldati: nonostante la resistenza opposta nella zona dei Laghi Alimini, la sconfitta fu terribile. E’ l’11 agosto 1480 quando i turchi entrarono così in città. Circa 800 uomini, sopravvissuti all’eccidio seguito all’invasione (che coinvolse anche le cariche ecclesiali della città) si rifiutarono fermamente di ripudiare la propria fede in luogo di quella musulmana: furono condotti sul vicino Colle della Minerva e tristemente decapitati. Per il loro orgoglio e la loro fede furono ben presto riconosciuti dalla Chiesa come Martiri, ed loro resti sono conservati nella cripta sotterranea della Chiesa di Santa Maria dei Martiri.
Ancora oggi ogni anno il 13 agosto Otranto ricorda con una suggestiva celebrazione i suoi Martiri. La giornata, da tradizione, è dedicata totalmente alla commemorazione civile dell’Eccidio che prevede una processione di Vescovo ed autorità civili dal centro cittadino fino al “Monumento ai Martiri” in piazza degli Eroi. Il giorno successivo, invece, si svolge la celebrazione religiosa con una suggestiva processione che, nel pomeriggio, conduce per le vie della città l’urna contenente le reliquie degli Ottocento BB. Martiri. Celebrazioni laiche e religiose, per un momento che unisce la città nel rispetto della sua storia più profonda.
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Cosa fare ad Otranto
Oltre alle ben note attività legate al mare e alle sue spiagge o costiere, Otranto offre una serie di attività adatte anche a chi cerca qualcosa di diverso.
La Torre del Serpe, di cui abbiamo narrato la leggenda, ad esempio, è accessibile a piedi, attraverso un piacevole percorso di trekking e la stessa è visitabile grazie ai due interventi di restauro: il primo sotto il regno di Federico II nel 1230, il secondo, più recente, nel 1997. Dalla sua altura è possibile ammirare il mare e parte della costa, la Baia delle Orte e, in lontananza, la città di Otranto.
La Baia dei Turchi e la zona dei Laghi Alimini sono certamente tra le bellezze naturali più note della zona. La prima, chiamata così perché luogo che accolse lo sbarco dei mediorentali nel XVesimo secolo, è un’insenatura dove la spiaggia bianca è protetta da una folta pineta. I Laghi Alimini, invece, situati un po’ più a Sud, sono due specchi d’acqua a ridosso del mare che si inseriscono in un contesto naturalistico straordinario e selvaggio. (trova chi fa cose)
Non è da meno il centro storico: la Cattedrale o Chiesa di Santa Maria dei Martiri risalente al 1080, il Castello Aragonese (“gemello” di quelli di Gallipoli e di Taranto) con le sue mura e i suoi bastioni, le viuzze e le case bianche addossate al porto turistico rappresentano uno scenario straordinario da vivere tutto l’anno.
Adiacente al centro storico è la zona del porto di Otranto, spesso protagonista delle battaglie della storia passata e ad oggi punto d’arrivo per turisti e viaggiatori del mare. L’area si inserisce all’interno di un piccolo Golfo caratterizzato dalla presenza del molo di San Nicola che, con i sui bracci e le sue banchine, agevola l’attracco e la fruizione del porto.
Cosa dicono di Otranto
“Escursione giornaliera molto bella, abbiamo visitato tanti punti di interesse culturali e non tra le campagne e le piccole cittadine dei dintorni di Otranto, la guida era super preparata e simpatica…soddisfattissimo della scelta probabilmente faremo altre escursioni ad Otranto!”
“Partendo dal porto di Otranto, si può raggiungere la torre seguendo un sentiero panoramico lungo la costa (evitare i giorni pià caldi). La torre con le sue leggende e misteri si erge silenziosa ad osservare il mare più ad est d’Italia. Uno spettacolo!”
“Bellissimo castello che ci riporta indietro nel tempo in un era ormai passata. all’interno vengono spesso ospitate mostre di ottime livello. Noi abbiamo avuto la fortuna di trovare la mostra fotografica di Banksy e questo ha reso la nostra visita ancora più piacevole che comunque già sarebbe stata di primissimo livello con la sola visita del castello.”