In un luogo già circondato da un’aura mistica che da anni scuote anime e viandanti, il nostro folletto ha trovato pane per i suoi denti.
La puntata di oggi ci porta a Squinzano, un paese nel nord della provincia di Lecce, famoso negli anni per la sua grande tradizione musicale (la banda di Squinzano guidata dai maestri Ernesto e Gennaro Abbate) e vinicola. Ma ciò di cui parleremo oggi non è legato né alla musica né al vino… ma a qualcosa di molto più mistico, alla religione.
Tra storia e magia
Chiudiamo gli occhi e immaginiamo di vivere nel XVII secolo…
Maria Manca è una adolescente conosciuta nella sua Squinzano per la vita ritirata e devota che conduceva, lontana dai giochi e dai passatempi puerili, tanto che divenne esempio per le ragazze della sua età per la grande serietà e amore verso il prossimo. Giovanissima, va in sposa a Teodoro Manca, ricco giovane con cui ebbe due figli. Tuttavia, dopo qualche anno sia la madre che il marito della giovane vennero a mancare e, per sopravvivere a questo indicibile dolore, Maria consacrò la sua vita a Gesù Cristo e abbandonò i piaceri mondani.
Ma la devozione di Maria fu messa a dura prova da un tale Lupo Crisostomo di Soleto, che alla fine la costrinse a sposarlo in un modo molto particolare: si fece preparare un filtro d’amore da una fattucchiera. Il Signore, per punirla di questa infedeltà, la sottopose a prove dolorose: prima di tutto la morte del figlio Antonio, poi la sua malattia mentale (Maria, infatti, era posseduta e si fece più volte esorcizzare) e altre innumerevoli sofferenze a cui però lei sopravvisse con indicibile pazienza tipica della fortezza cristiana, pregando la Vergine di darle sollievo da questi patimenti.
Il 21 ottobre 1618, mentre Maria raccoglieva le olive nel suo podere, accadde un episodio che le sconvolse la vita. All’improvviso, tra gli alberi, scorse una figura mistica: le apparve la Vergine Maria che le donò un garofano rosso ordinandole di portarlo al Santissimo Crocefisso di Galatone, promettendole in cambio la completa guarigione. Maria, sconvolta dall’evento ma gratificata nella sua fede, si recò in pellegrinaggio a Galatone per seguire le indicazioni ricevute dalla Vergine.
Il fiore rimase esposto tutto il giorno sull’altare finché l’Arciprete lo mise al sicuro e lo conservò. Come per miracolo il fiore rimase a lungo fresco e profumato, avvolto com’era dall’aura mistica dell’avvenuto. Non solo: proprio nel punto in cui apparve la Madonna nacque miracolosamente una splendida pianta di garofano che non si era mai vista da quelle parti e che produsse per tantissimi anni fiori bellissimi e profumatissimi finché non venne recisa da qualche, per così dire, mano empia.
Ottenuta dalla Vergine la grazia di essere liberata dall’ossessione, Maria volle costruire per devozione e gratitudine una chiesa dedicata alla Madonna. Raccolse quindi una discreta somma di denaro dai devoti locali e iniziò subito a edificare la chiesa nel 1618 con l’aiuto del maestro muratore Marcello di Lecce. Tutta la popolazione prese parte alla funzione della prima pietra e da quel momento si verificarono non pochi prodigi; tuttavia, quando furono terminate le fondamenta, finì anche il denaro e i lavori dovettero fermarsi. Questo dispiacque molto a Maria che però ricevette per mano di uno sconosciuto vecchietto (o per tramite Divino) una grossa somma di denaro che consentì di terminare la costruzione della chiesa nel 1627.
Solo il 25 marzo 1971 la chiesa è stata elevata alla dignità di Santuario col nome di Santuario della Annunziata.
Da allora ogni anno Squinzano, in quella giornata, provvede ai festeggiamenti religiosi e civili.
Vivere il Santuario Oggi
La chiesa, con un grande altare barocco, ospita una statua di San Giuseppe da Copertino che qui venne in visita e celebrò una messa, attirato dai fatti miracolosi che erano accaduti. Alle spalle dell’altare, una scala porta nella piccola stanzetta in cui viveva Maria Manca, dove tutto è rimasto come allora. La chiesa e la casa sono attualmente visitabili e periodicamente dei volontari del luogo organizzano visite guidate e laboratori animati per rivivere la storia della loro amata e rispettata concittadina.
Il Santuario dell’Annunziata si inserisce in un contesto ricco sia dal punto di vista paesaggistico che culturale. La zona di Squinzano, oltre che per la vicinanza a Lecce e a Brindisi dove si trova il più vicino aeroporto, è strategica perché parte importante di un territorio a metà tra il Salento ed il resto della ragione. A solo 10 km dal mare e da importanti centri turistici, Squinzano offre infatti la possibilità di scoprire un territorio affascinante e ricco di storia.
Non lontano da Squinzano, infatti, sorge il complesso archeologico di Valesio, ricadente nella provincia di Brindisi. L’antica Valesium risale all’età del ferro, ma raggiunge il suo massimo splendore durante la dominazione messapica della penisola salentina (VI-I secolo a.C.). Valesio era tra le città messapiche che battevano una propria moneta a testimoniare l’importanza commerciale che questo insediamento aveva nell’economia della penisola salentina.
Tornando al filone della religiosità, una visita al Santuario di Squinzano non può prescindere da una visita al Santuario del Santissimo Crocifisso della Pietà di Galatone, uno dei maggiori esempi di architettura seicentesca della provincia. Anche questo luogo è avvolto da un’aura di mistero e sacralità: il 2 luglio 1621, alcuni pellegrini, raccolti in preghiera davanti alla nicchia che custodiva gelosamente la Sacra Immagine, videro che il Cristo spostava con la mano sinistra la tendina della nicchia, guardare intensamente i fedeli per un attimo, e poi richiudere la tendina. Dopo un primo momento, i pellegrini si avvicinarono alla nicchia per rendersi conto di quello che era accaduto, ma fu qui che avvenne il secondo evento che lasciò tutti sbalorditi: il Cristo non aveva più le mani davanti come era inizialmente stato ritratto ma ora stavano dietro le spalle. Da quel momento fu un susseguirsi di miracoli e una serie di guarigioni miracolose, che naturalmente vennero tutte attribuite alla Sacra Immagine.
Cosa fare a Squinzano
Oltre alle leggende che vi abbiamo raccontato, quello di Squinzano è un territorio che offre anche valide alternative in chiave naturalistica e di svago.
Il Sentiero della Salute ad esempio è un percorso naturalistico che si snoda tra i comuni di Squinzano e Trepuzzi (Le). Attraverso campagne, paesaggi tipici dell’entroterra salentino, muretti a secco e antiche costruzioni, il sentiero, lungo circa 4 km, offre un’esperienza immersiva e sensoriale che riporta il camminatore ad un rapporto intimo e primordiale con la natura.
Qualora foste, invece, amanti del mare, vi consigliamo di fare un giro a Casalabate: una piccola realtà di pescatori che offre uno scorcio di Adriatico autentico e selvaggio, fatto di costa frastagliata ma anche di calette di spiaggia bianca. Il porticciolo ai piedi della torre offre anche la possibilità di organizzare uscite per la pratica di sport acquatici, grazie anche al vento di tramontana che sferza tutto l’anno la costa.
Anticamente famosa per la grande produzione di Vino, anche Squinzano si inserisce nel circuito territoriale del nord Salento oggi noto per questo tipo di attività. Sono tante le piccole cantine che portano avanti la tradizione locale, spesso a conduzione famigliare e con produzioni molto particolari e tipiche.
Cosa dicono del Santuario della Nunziateddha
“Questo posto è intriso di sacralità e spiritualità”
“Se si è di passaggio per queste zone, è assolutamente consigliato fermarsi in questo Santuario e farsi raccontare la storia di Maria Manca, ne rimarrete affascinati.”