L’attore, regista e sceneggiatore campano è stato tra i protagonisti del talk che si è svolto venerdì 6 ottobre a Gallipoli presso il Teatro Garibaldi per il “Season-International Series Festival” diretto da Simona Gobbi.
Marco D’Amore (noto ai più per il ruolo di Ciro Di Marzio protagonista della serie tv “Gomorra” ) ha raccontato gli inizi della sua carriera : “ho cominciato con Toni Servilio quando avevo 18 anni con il teatro. Mi ricordo che Andrea Renzi finito di fare il liceo mi propose di fare il suo spettacolo “Pinocchio”. Lì incontrai per la prima volta Servillo che interpretava Geppetto e il Mangiafuoco.”
Sui sacrifici del suo lavoro : “Ho conosciuto le fatiche e le bellezze del mestiere, da lì poi ho deciso che faceva per me e sono andato a Milano a studiare. Avevo 28 anni quando ho fatto il primo film per il cinema, “Una vita tranquilla”.
“Rispetto a tanti principi “Gomorra” è stata determinante come serie, io mi ricordo la fatica che abbiamo fatto tutti insieme per concordare un dialetto, perché noi il linguaggio era il veicolo di un’identità e interpretarlo male era un altissimo rischio. Io ero tra quelli che avevano già fatto altri film ma molti degli attori sono stati scelti per il talento per la somiglianza fisica ai personaggi da interpretare e per dare una certa personalità al cast”.
Sui progetti per il futuro “Quello che mi interessa di più è scrivere riprendere le storie, non credo di essere un regista ma conosco abbastanza le meraviglie del mestiere, le caratteristiche di un attore e questo mi crea una certa vicinanza con chi sta in scena mentre dirigo.”
“Toni Serivillo è stato un maestro inconsapevole per me, anche per la sua esperienza artistica che io ho seguito da vicino mentre dirigevo il film ‘Caracas’: Servillo è un essere umano che parla di tutto quello che gli sta accanto, è un attore di una pazienza e disponibilità incredibile che si è messo a disposizione anche per lavorare alla sceneggiatura con me”.
Sul suo prossimo film, “Caracas”. ” La Napoli di Caracas è una realtà che ci ha colpito profondamente e abbiamo voluto raccontarla come un punto di raccolta dove ogni cittadino si poteva trasmettere la sua storia e Servillo in questo mi ha aiutato tantissimo.”
Marco D’Amore conclude con un augurio speciale per il suo futuro: “Mi auguro di essere sempre più indipendente, di poter scegliere i progetti e di mettermi sempre a servizio di quello che faccio, magari producendo.”