Servizio civile, oltre 500 i posti da occupare nel Salento

Associazioni, enti no profit e Comuni per offrire ai volontari un’esperienza unica, irripetibile.

«C’è servizio e Servizio – puntualizza subito una volontaria che ha svolto Servizio civile con le Misericordie –. Accendere un sorriso e poter aiutare chi è in difficoltà sono esperienze che arricchiscono al pari di viaggiare. Parola di chi ha fatto il Servizio civile nelle Misericordie! Siamo in Puglia ma siamo anche in altre sedici regioni d’Italia con centinaia di progetti che spaziano dall’assistenza alla persona alla protezione civile».

Foto da internet

Sentimento comune anche per i ragazzi che hanno trascorso dodici mesi al fianco della sezione operativa della Croce Rossa.

SalentoNews ha chiesto loro cos’è il Servizio civile e per quale motivo hanno scelto di impegnarsi in uno dei progetti dell’organizzazione di volontariato più conosciuta al mondo.

«È impegnarsi in un progetto finalizzato alla difesa, non armata e non violenta, della patria, all’educazione, alla pace tra i popoli e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana, con azioni concrete per le comunità e per il territorio. È un impegno per gli altri – raccontano gli ormai ex volontari, Mirto e Rosaria è una partecipazione di responsabilità, è una occasione per crescere confrontandosi, è un modo per conoscere diverse realtà, per capire e condividere, è una crescita professionale, è uno strumento di pace e di integrazione, è una forma di aiuto a chi vive in disagio o ha minori opportunità, è un atto di amore e di solidarietà verso gli altri, è una occasione di confronto con altre culture, è una risorsa per il Paese, è una esperienza utile per avvicinarsi al mondo del lavoro».

Ma non tutte le esperienze si svolgono (e soprattutto si concludono) nel miglior modo possibile. In alcuni Comuni diversi ragazzi hanno denunciato la cattiva gestione del Servizio civile.

«Il Servizio civile universale – hanno raccontato Tommaso, Marta e Simonaha unicamente lo scopo di assicurare alle ragazze e ai ragazzi un percorso di formazione sociale, civica, culturale, di umana solidarietà attraverso l’esperienza sociale, attività dicooperazione nazionale ed internazionale, di salvaguardia e tutela del patrimonio nazionale ed esclusivamente in tale ottica i progetti devono essere finanziati. Almeno, questo è quello che pensavamo noi. Il nostro Servizio civile – hanno proseguito gli ex volontari – anziché formarci ci ha messo nelle condizioni di combattere contro l’atteggiamento ostracista di un dirigente che ha sempre cercato di imporre la nostra presenza negli uffici, calpestando la nostra dignità in quanto “ragazzi che non hanno voglia di lavorare”. Lo stesso dirigente, pur di far valere la propria tesi (nonostante le disposizioni ministeriali chiedessero di “impiegare il volontario esclusivamente nelle attività indicate nel progetto astenendosi dal chiedere prestazioni o adempimenti non previsti”) sosteneva che prestare servizio in ufficio (alla stregua di dipendenti comunali) sarebbe stata un’esperienza volta a farci crescere professionalmente. Non mettiamo in dubbio il carattere formativo di tale eventuale esperienza, ma mostriamo la nostra perplessità all’idea di non riuscire a realizzare agevolmente le attività legate al progetto, motivo per il quale abbiamo presentato domanda di Servizio civile universale in fase di selezione iniziale. Doveva essere una delle esperienze più importanti e invece si è dimostrato tutt’altro».

Intanto, per chi volesse dare uno sguardo ai progetti e agli enti, alle associazioni o ai Comuni alle prese col Servizio civile può cliccare qui.

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